Palazzo Calceopulo

Un frammento della memoria dell’antica Costantinopoli a Gerace

Il palazzo conserva le tracce della sua prima edificazione, che risale alla seconda metà del Quattrocento. Fu probabilmente il vescovo Atanasio Calceopulo, proveniente da Costantinopoli e strettamente legato al cardinale Bessarione, a stabilirne la collocazione nei pressi del seggio municipale, prospiciente alla piazza da lui definita la curia civile della città. L’edificio doveva ospitare la residenza della famiglia del vescovo, che Calceopulo aveva condotto con sé a Gerace dopo la sua nomina, avvenuta alcuni anni dopo la caduta dell’Impero bizantino.

Le tracce del palazzo quattrocentesco sono rappresentate da cornici lapidee bicrome, secondo un gusto molto diffuso non solo nella città, ma anche in altri centri della Calabria e della Sicilia. Di particolare importanza è lo stemma posto sul bugnato d’angolo della facciata, su cui è raffigurato un portale bronzeo all’antica, permettendo di precisare la datazione dell’intervento. Nel 1472 il vescovo mutò infatti il suo cognome ‘Chalcheopoulos’, che significa ‘calderaio’, nobilitandolo in ‘Chalcheopylos’, che vuol dire ‘porta bronzea’, richiamando così il celebre ingresso al Gran Palazzo di Costantinopoli.

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