Rilievo con l’Incredulità di san Tommaso

Ultimo prezioso frammento dell’opera di Antonello Gagini in Calabria

Il raffinato rilievo marmoreo, raffigurante l’Incredulità di san Tommaso, è quanto rimane di un più ampio dossale, che rappresenta l’ultima opera calabra del famoso scultore Antonello Gagini. La datazione, corrispondente al 1531, si può desumere dall’iscrizione posta sulla fascia inferiore del riquadro della scena, in cui è menzionato anche il committente, Tommaso Mercuri, canonico della Cattedrale geracese e, a quanto reso noto dalle fonti documentarie, vicario del vescovo Girolamo Planca. Alla figura del promotore dell’opera alludono gli stemmi posti sullo zoccolo inferiore, che corrispondono agli emblemi araldici della famiglia.

L’importanza di Mercuri nel contesto vescovile di Gerace gli diede facoltà di realizzare l’altare, di cui il rilievo rappresentava la pala marmorea. Il programma iconografico e decorativo doveva essere molto più articolato, coinvolgendo il vano di una cappella, oggi non più esistente, ancora utilizzata dagli eredi di Mercuri a metà del Cinquecento, durante l’episcopato di Andrea Candida. Ne è dimostrazione la presenza delle paraste ai lati della rappresentazione scultorea, evidentemente ricollocate in modo diverso rispetto alla posizione originaria; ugualmente eccentrico è il carattere delle basi, diverse per materiale e per qualità della lavorazione dalle altre parti dell’opera.

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