Sepolcro Caracciolo

Un tassello della strategia di celebrazione della famiglia

Il sepolcro di Giovanni e Battista Caracciolo, conti di Gerace nella prima metà del Quattrocento, fu un’impresa molto più tarda, compiuta per mandato di Ferdinando Caracciolo, duca di Airola e conte di Biccheri, nel quadro più ampio della sua committenza, volta a celebrare in chiave monumentale il pantheon familiare. Al fine di dare una degna sepoltura ai due conti geracesi, suoi lontani avi, le cui spoglie si trovavano prima nella cripta, si rivolse al vescovo in carica, Ottaviano Pasqua, per promuovere la realizzazione di un monumento funebre. 

Quest’ultimo è attualmente collocato nei pressi della cappella del Santissimo Sacramento, già intitolata al Battista, costruita su iniziativa di Caterina Concublet e dei due conti negli anni Venti e Trenta del Quattrocento. 

Nella lettera inoltrata da Pasqua al duca Caracciolo nel 1575, si fa riferimento all’artista autore del disegno dell’opera, Giovan Domenico Manni, definito dal vescovo “scultore eccellentissimo”. Dallo scambio epistolare è possibile desumere come l’epitaffio sia stato abbreviato per poterlo collocare nella tavola riservata all’iscrizione. Il sepolcro, che riflette le tendenze stilistiche diffuse nel secondo Cinquecento, è tuttavia più modesto del monumento Polizzi, di fronte al quale è collocato, sia per la qualità del materiale che per la raffinatezza della lavorazione.

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